Archive for the ‘Abkahzia’ category

ABKHAZIA, E ORA?

30/05/2011

Sergei Bagapsh (foto Reuters da Moscow Times)

Che ne sarà dell’Abkhazia? Il presidente Sergei Bagapsh è morto ieri in un ospedale di Mosca. In attesa delle prossime elezioni, che verranno indette entro agosto, la carica è passata al suo vice Alexander Ankvab. Ci si aspetta, comunque, un prosieguo della politica pro-Russia condotta da Bagapsh.

E infatti da parte georgiana, ufficialmente, non è arrivato alcun segnale di distensione. Niente condoglianze da parte di Misha Saakashvili, impegnato a fronteggiare la neonata rivolta delle margherite.

L’unico a porgere un ultimo omaggio all’ex presidente della repubblica separatista è stato l’ex presidente georgiano Eduard Shevardnadze (i due si erano conosciuti negli anni ’70, quando entrambi militavano nel Komsomol georgiano): “Malgrado le complicate relazioni tra Georgia ed Abkhazia, lo stimavo molto come persona”.

SAAKASHVILI – PUTIN, SFIDA A NUOTO

22/10/2010

Misha alla prese con il Mar Nero

3,5 km a nuoto nelle (freschine, vista la stagione) acque del Mar Nero: cosa non si fa per promuovere il turismo costiero nel proprio paese. Così il presidente Misha Saakashvili si è buttato nelle acque di Batumi e, a forza di bracciate, si è macinato i suoi 3 km abbondanti. Ma soprattutto, cosa non si fa per far sfigurare l’eterno rivale, il primo ministro russo Vladimir Putin, che l’anno scorso si era fatto fotografare mentre nuotava a delfino in un fiume della Siberia. Se Putin nuotava a farfalla, Misha ha scelto la rana: nemmeno negli stili i due vanno daccordo.

Da quando, negli anni ’90, l’Abkhazia e la sua capitale Sukhumi si sono proclamate di fatto indipendenti diventando appannaggio dei turisti russi, ai georgiani è rimasta la regione dell’Adjara e la città di Batumi: meno bella, più calda (per non dire afosa) ma insomma, non ci stiamo a lamentare. Il mare poi è stupendo, la vita notturna di tutto rispetto. Ma non basta: “L’acqua è super – ha commentato a caldo Misha dopo la nuotata – si può nuotare e prendere il sole in Adjara da marzo a novembre. L’estate qui dura nove mesi”.

In autunno al mare, in estate in montagna. Misha ha approfittato dei ghiacciai dei monti degli Svaneti, una regione georgiana al confine con la Federazione russa, per rilanciare il turismo montano. Ad agosto ha assistito ad una competizione di sci e si è confrontato anche lui con le nevi eterne. Non ci ha fatto una bella figura. Chi c’era mi ha riferito – sghignazzando – che per spostarsi Misha usava l’elicottero e che con gli sci non se la cava granchè. Le dichiarazioni erano quasi identiche a quelle dei giorni scorsi a Batumi: “In Georgia si può sciare tutto l’anno”.

Per amor di cronaca, mi fanno notare – e ci tengo ad aggiungere – che a Batumi c’erano 29 gradi. Come dice la mia amica georgiana Sopo, “altroché Siberia!”. Putin – Saakashvili : 1 a 0.

PUTIN CITY, DACIE ED ENOTECHE SUL MAR NERO

26/08/2010

La corsa all’oro del Mar Nero è già cominciata. Vuoi perchè la Sochi delle Olimpiadi invernali del 2014 è vicinissima, vuoi perchè costruire a Sukhumi e dintorni costa poco – e rende molto. Vuoi perchè le tradizioni da queste parti non si toccano: l’Abkhazia è dai tempi di Stalin la costiera amalfitana della Russia, dove capi di stato e vertici dei servizi segreti avevano le loro dacie in riva al mare.

Fatto sta che in questo lembo di Georgia indipendentista e russofila si investe, e parecchio. Il sindaco di Mosca Yuri Luzhkov ha comprato un resort sul mare vicino a Gagra, la località turistica preferita dai suoi connazionali. Si chiama ‘Progetto Mosca’ ed è costato 70 milioni di euro. Atri investimenti arriveranno presto: a Sukhumi Luzhkov sta costruendo un mega ufficio, il ‘Moscow Center’, per coordinare progetti e finanziamenti dei suoi concittadini.

I ministri russi di interni, difesa e agricoltura stanno brigando per ottenere dacie ministeriali con vista mare per mandarci in vacanza i dipendenti. Il governatore di Krasnodar, Alexander Tkachev, ha preso l’abitudine di passare l’estate nella dacia che fu del capo della polizia segreta ai tempi di Stalin. Mentre il presidente dell’agenzia per lo sviluppo nucleare in Russia, Sergei Kiriyenko, ha investito in un’enoteca.

Anche il primo ministro russo Vladimir Putin ha messo gli occhi sull’Abkhazia. Oltre ad aver distribuito 500 milioni di dollari in aiuti allo stato per rafforzare la difesa della regione, pare voglia essere il paladino dello sviluppo di Pitsunda, una cittadina famosa per le enormi conifere. Senza dimenticare la costruzione di ‘Putin City’ (il soprannome gliel’hanno dato i vertici delle amministrazioni regionali abkhate): un resort di lusso con ormeggio per gli yacht, spa e centri benessere, spiagge private. Lo scopo? Farne un rifugio a cinque stelle in tempo per Sochi 2014.

Per saperne di più sugli investimenti russi in Abkhazia, La Kosmonauta segnala The Republic of spies su Newsweek.com.

ABKHAZIA: ISTRUZIONI PER L’USO

15/08/2010

Informazioni utili per visitare l’Abkhazia (sempre sperando che Medvedev e Putin non scelgano le stesse date):

– per ottenere il visto, inviare passaporto scannerizzato (fronte e retro) + fotografia recente formato fototessera + application form compilata a midraconsul@mail.ru. In circa cinque giorni si riceve via email un pdf firmato e autenticato che – teoricamente – consente l’entrata.

– per contattare le istituzioni abkhate: inutile provare con i numeri di tel (con prefisso georgiano) segnati nella home page del sito del Ministero degli Esteri, suonano a vuoto. Inutile chiamare i numeri (con prefisso russo) che compaiono sul pdf del visto: una voce cortese informa che non sono attribuiti.

– per avvertire la Farnesina del viaggio e comunicare date ed itinerario, ci si registra su Dove siamo nel mondo. In teoria si finisce in un database che dovrebbe servire per localizzare, contattare e aiutare italiani presenti in aree di crisi. La pratica è più fumosa: c’è chi ha segnalato un viaggio in Georgia e Akhazia dal 10 al 20 agosto 2008 e, malgrado ci fosse una guerra in corso con la Russia, non è mai stato contattato.

– se si opta per l’entrata dal lato russo, attenzione a usare un altro passaporto per un eventuale successivo viaggio in Georgia. L’Abkhazia non è riconosciuta, se sul documento sono segnate entrata e uscita nella zona – e quindi virtualmente in Georgia – ma non compaiono visti georgiani si rischiano multe sopra i mille euro.

THE LONG ROAD TO ABKHAZIA

13/08/2010

Il confine e il carretto arancione (foto Iphone Greta Sclaunich)

Ci si arriva solo in taxi e bus da Zugdidi, a segnalare il ‘confine’ una sbarra con un cartello di stop semi abbassata e un posto di blocco. Sì, perchè per i georgiani quello con l’Abkhazia – la provincia separatista riconosciuta solo da Russia, Nicaragua, Venezuela, Nauro, Sud Ossezia e Transnistria – non è mica un confine. I documenti però ce li controllano: passaporto e visa d’entrata (compilato via internet e ricevuto via email), un sorriso al mio piercing e curiosità per il mio cognome.

Tra il posto di blocco georgiano e quello abkhato, 2 km sotto il sole cocente: una scultura inneggiante alla pace, un vecchio mosaico sovietico ricoperto di erbacce, due campi militari e un ponte diroccato con falci e martelli sul fiume Ingur. Carretti coperti trainati da cavalli in puro stile Far West fanno la spola. Sotto il telo in vivido arancione viaggiano signore con ventilatori, uomini con antenne della tv, vecchiette con galline in borse di plastica.

Al confine abkhato ci viene incontro Eric, militare dai penetranti occhi azzurri che appena ci sente parlare in italiano sfoggia un vasto repertorio canoro tra Celentano e Ricchi e Poveri e ci chiede notizie sulla salute di Sofia Loren. “Tu saresti italiana? – sorride – Ma le italiane sono more e basse”. E all’orecchio del mio ragazzo bisbiglia “Eh, però le more….good sex with them!” facendo ridere l’intera brigata al confine. Intanto un altro militare è sparito con passaporti e visa, quando torna scuote la testa: “Mi dispiace, ho chiamato il Ministero degli Esteri e i turisti non possono entrare dal lato georgiano”. Ma come, protestiamo, i nostri sono visa turistici e c’è ben specificato che possiamo entrare solo dal confine georgiano, sul fiume Ingur. Niente da fare. Nemmeno l’offerta di un regalino ci apre le porte dell’Abkhazia. Però i militari, gentili, si scusano e ci offrono un po’ di semi di girasole da sgranocchiare mentre aspettiamo l’arrivo del carretto che ci riporterà dall’altro lato del fiume.

Nell’attesa ci affiancano una spia in borghese. Un giovane sui 25 anni, pantaloni neri e camicia nera, capelli scuri tirati indietro con la brillantina e rayban con le lenti a specchio. Si siede dieci metri dietro a noi e segue ogni nostro movimento. Mi alzo per sgranchirmi le gambe, si alza anche lui. Mi avvicino ad un albero, si muovo dietro di me. Torno al blocco di cemento dov’ero seduta, anche lui ritorna alla postazione originaria. E se ne va appena saliamo sul carretto arancione.

“Come, già di ritorno?”, si meravigliano i militari georgiani. Sono dispiaciuti per noi e non capiscono perchè, pur con regolare visto, ci hanno rimandati indietro. Noi lo capiamo solo l’indomani, quando scopriamo che uno dei soli della galassia russa, il presidente Medvedev, era in visita a Sukhumi, la capitale della provincia. E negli stessi giorni la Russia ha confermato di lavorare sul potenziamento di un sistema missilistico in Abkhazia. All’email di protesta che ho inviato al Ministero degli Esteri abkhato, intanto, non ho ancora ricevuto risposta.

VERA KOBALIA, LA CARFAGNA GEORGIANA SCAPPATA DALL’ABKHAZIA

02/08/2010

La foto dello 'scandalo' di Vera Kobalia (foto Indipendent)

La Carfagna nostrana: i georgiani italofili hanno soprannominato così Vera Kobalia, la 28enne ministra presunta ex spogliarellista tanto criticata dai media russi. Giovane, e va bene: lo sono molti suoi colleghi del Governo di Misha Saakashvili. Georgiana ma vissuta per molti anni all’estero, e anche qui niente di nuovo.

La vera novità sta nella rapidità della sua carriera politica e nella sua bellezza. Due dettagli che molti considerano strettamente collegati. Si dice che sia arrivata a guidare il Ministero dell’Economia, che presiede da un mese appena, grazie al fortuito incontro con Saakashvili durante le Olimpiadi invernali di Vancouver. Dal suo cv, pubblicato nel sito ufficiale del ministero, non risulta alcuna esperienza politica degna di nota.

Un gran bel personale, però, sì: profondi occhi blu, chioma corvina e fisico slanciato e atletico. Certo, quest’ultimo dettaglio non si desume dalla pudica foto che compare sul sito del Ministero dell’Economia. Ma da quella sbandierata dalla Komsomolskaya Pravda, il quotidiano gossipparo russo per eccellenza. Che ha lanciato la provocazione: quella foto di Vera, vestito attillato grigio perla e tacchi alti, non sarà mica stata scattata sulla pista di un nightclub? E lei non sarà mica stata, ai tempi dello scatto, una spogliarellista?

La Kobalia smentisce. La foto risale ai tempi del college, dice. Altroché stripper: con lei ci sono la sorella e le amiche. A pochi giorni dallo ‘scandalo’ ha mantenuto il suo ruolo, anche se molti georgiani esprimono dubbi e perplessità sulla legittimità della carica.

All’altezza o no della posizione che ricopre, di certo spulciando il suo cv la ragione dell’astio dei russi salta subito all’occhio. Nata il 24 agosto 1981 nella città abkhaza di Sukumi e cresciuta all’estero, è una dei tanti georgiani scappati da questa regione separatista e russofila nei primi anni ’90. Come tutti i suoi connazionali, anche una semplice visita in questo angolo di Georgia affacciato sul mar Nero le è vietato: per entrare occorre un visto che ai georgiani non viene mai concesso.